Tecnoliquidità e dipendenza da Internet

Ho appena finito di leggere un libro particolare: Tecnoliquidità di Tonino Cantelmi. Ecco cosa ne penso.

C’è bisogno di leggere un libro per capire che ormai siamo dipendenti da internet?

Forse in effetti basta osservarsi, ma in più di 200 pagine l’autore spiega con ordine l’impatto della tecnoliquidità sulla mente nelle diverse generazioni e lo fa rendendo comprensibile un argomento tecnico ‘la psicologia ai tempi di Internet’.

tecnoliquiditaTonino Cantelmi, il primo a studiare in Italia la tecnodipendenza e l’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana, sostiene che stiamo vorticosamente precipitando in una “società incessante”, sempre attiva, sempre più incapace di staccare la spina, sempre intenta a digitare, a twittare, a condividere, senza differenze tra giorno e notte, tra feriale e festivo, tra casa e ufficio, forse avviata verso una colossale dipendenza dalla “connessione”. In tal modo la rivoluzione digitale e la virtualizzazione della realtà intercettano, esaltano e plasmano alcune caratteristiche dell’uomo liquido: il narcisismo, la velocità, l’ambiguità, la ricerca di emozioni e il bisogno di infinite relazioni light. Tuttavia la caratteristica fondamentale della socialità tecnoliquida consiste nella pervasiva tecnomediazione della relazione. In fondo, però, si ha la sensazione che la fine della società di massa e il transito nella tecnoliquidità postmoderna dovranno fare i conti con l’esasperazione della solitudine esistenziale dell’individuo e forse non sarà Facebook, né Twitter o neanche ogni altra forma di “socializzazione virtuale” a placare l’irriducibile bisogno di “incontro con l’altro-da-sé” che è proprio dell’uomo e della donna di ogni epoca: il bisogno di “incontro con l’altro” nell’autenticità è così prepotente e vitale che oltrepasserà il mondo tecnoliquido.

La mia opinione su Tecnoliquidità di Cantelmi

Il libro ha già 6 anni e nonostante siano tanti per l’evoluzione digitale, è ancora molto attuale ed interessante, non solo per gli addetti ai lavori. Lo consiglio a chiunque voglia mettere ordine teorico all’impatto della tecnologia sulla nostra mente. Un libro però ‘difficile’ che non può essere compreso, né tantomeno può dare una facile soluzione a tutti.

Da mente analogica a mente tecnoliquida

Avendo un figlio appartenente alla generazione Z, la preoccupazione genitoriale è legata all’esagerato utilizzo della tecnologia in generale, non soltanto a Internet. Leggendo questo libro ho la conferma del fatto che i nativi digitali stanno vivendo un cambiamento importante con una predisposizione naturale ai nuovi linguaggi, a fronte di enormi difficoltà a usare i vecchi.

Perché è importante valutare la dipendenza da Internet?

La dipendenza da Internet, di cui siamo tutti almeno parzialmente vittime, è un argomento attuale che solo recentemente è entrata nel novero delle dipendenze comportamentali.

Se non ci sono dubbi sul fatto che la direzione è quella della dipendenza da Internet, resta da capire come porsi di fronte a questo cambiamento.

Spesso è difficile potersi controllare da soli e non si riesce a comprendere senza scontro il cambiamento delle nuove generazioni. Di grande aiuto possono essere i consigli di un professionista perché, oltre ad essere preparato in materia, ha un approccio e appeal decisamente diverso anche sui nostri figli, qualora ce ne fosse bisogno.

A chi rivolgersi per gestire la dipendenza da Internet?

Tra i migliori professionisti dedicati a questa ‘malattia’ il gruppo Cerba HealthCare Italia offre un servizio di assistenza in molti centri principalmente sul territorio Lombardo (link: www.cerbahealthcare.it).

Marco Daturi
Marco Daturi
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