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Il gruppo specializzato nelle analisi di laboratorio Cerba HealthCare Italia disponibile a impegnare risorse e biologi molecolari nella battaglia al virus. Il CEO Stefano Massaro «Siamo attrezzati per eseguire tamponi e analisi per l’ATS di Milano rinunciando a ogni margine di guadagno. Ma uno screening di massa su tutta la popolazione non è pensabile»
I privati della sanità sono pronti a fare squadra con il pubblico nella battaglia al Coronavirus. Cerba HealthCare Italia, azienda del gruppo internazionale Cerba Healthcare, con i propri laboratori di analisi presenti in Piemonte e Lombardia si sta muovendo in queste ore per eseguire i test per individuare i casi di COVID19 su richiesta delle autorità sanitarie. «In un momento drammatico come questo aiutare il nostro sistema sanitario è la priorità e siamo pronti a fare la nostra parte – spiega il CEO di Cerba Healhcare Italia Stefano Massaro –. In Francia il nostro gruppo sta già collaborando con il governo nazionale, qui siamo stati contattati dall’ATS di Milano e abbiamo presentato un progetto per operare efficacemente e in sicurezza.
Massaro stima che insieme ai maggiori player del settore, il comparto privato potrebbe mettere a disposizione 5.000 test al giorno, che si aggiungerebbero così ai 10.000 eseguiti dalla sanità pubblica. Il Ceo di Cerba HealthCare però sottolinea: «Non è pensabile, e basta considerare questi numeri per capirlo, fare uno screening di massa della popolazione in tempi utili. I test vanno fatti tempestivamente seguendo protocolli di priorità individuati dalle Autorità Sanitarie». Dietro ogni esame infatti c’è infatti il lavoro dei laboratori con unità apposite, dei macchinari e dei biologi molecolari specializzati: un sistema complesso che per di più, nell’emergenza attuale, vive anche enormi difficoltà di approvvigionamento di tamponi, kit di analisi e dispositivi di protezione individuali per gli operatori sanitari.
«Mettendo a fattor comune le risorse di tutti si fa meglio e si fa prima – spiega Massaro –. Rivolgersi alle realtà sul mercato non dev’essere un tabù per le Regioni: i privati non pensano affatto a fare business su questa situazione, anzi, la priorità di tutti, anche in termini economici, è tornare alla normalità il prima possibile. Anche per questo è importante reperire tutte le risorse possibili e concentrarle là dove servono: serve uno sforzo comune e coordinato».