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C’è una nuova tendenza nel mondo dei social media: gli audio social. Dalla crescita esponenziale di Clubhouse alle contromosse di Facebook.
La parola parlata ci riporta a una dimensione più intima, personale. Si va sempre più nella direzione indicata negli ultimi anni da Facebook, ovvero che il futuro sarà “privato”.
L’audio sui social non è una novità. Basti pensare alla possibilità di inviare messaggi vocali su tutte le principali piattaforme di messaggistica, da WhatsApp a Telegram.
Perché abbiamo rivalutato la parola parlata? In un momento in cui siamo costretti a una drastica riduzione delle interazioni sociali, l’utilizzo della voce e l’ascolto di quella degli altri coinvolge tutti i nostri sensi e provoca in noi reazioni più forti, mentre la parola scritta denota un maggior distacco.
Non è un caso che negli ultimi anni si sia registrata una grande crescita anche nell’ascolto dei podcast. Di recente sono state create app come Cappuccino, che permette di registrarli facilmente e condividerli in privato con gruppi di amici o familiari.
Se ci pensate siamo passati dalle chiamate telefoniche ai messaggi, per poi tornare nuovamente all’audio…
Clubhouse, invece, si propone come un luogo virtuale in cui chiunque può creare o partecipare a una “stanza” tematica e interagire in tempo reale attivando il proprio microfono.
Ma quest’app, dopo un’avvio sfavillante nell’ultimo anno, con il suo appeal elitario (si entra solo su invito), sta mostrando alcuni limiti.
Ad esempio, l’assenza di moderazione e un problema di sicurezza per gli utenti, tanto che alcuni hanno subito vere e proprie aggressioni verbali a sfondo razzista o misogino.
Nelle ultime settimane sono arrivati anche problemi relativi a violazioni del GDPR in Europa. Non avendo una sede nel Vecchio Continente, il garante della privacy francese lo ha già messo sotto inchiesta e presto potrebbe farlo anche il suo corrispettivo tedesco.
Infine, l’app non è ancora disponibile per smartphone Android. Questa fetta di utenti può essergli sottratta da Twitter Spaces, funzione che dovrebbe essere disponibile dal prossimo mese per tutti gli utenti.
Anche Telegram non dorme sugli allori: ora nei canali e nei gruppi ogni amministratore può avviare delle chat vocali, non importa quanti iscritti abbiano. Con 400 milioni di utenti mensili e senza invito, sicuramente si rivelerà un concorrente molto agguerrito, soprattutto quando introdurrà le chat video.
I piani di Facebook
Ma quali sono i piani del gigante di Menlo Park? Includerà le funzioni di Clubhouse sulle proprie piattaforme o acquisirà addirittura la stessa società, come già fatto per WhatsApp e Instagram?
Avendo già introdotto le Stanze nelle sue piattaforme di messaggistica nel maggio 2020, Facebook sta lavorando all’implementazione della funzione di audio in diretta in chat di gruppo private o pubbliche, che consentirebbe agli utenti di creare delle trasmissioni su cui altri potrebbero sintonizzarsi e partecipare.
Quali saranno le future mosse di Clubhouse per rimanere l’audio social di riferimento? Staremo a vedere.