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Dalla crypto-art agli NFT (Non-Fungible Token): come la tecnologia blockchain può essere utilizzata nel mercato dell’arte e della creatività.
La crypto-art
Le vendite di “crypto-art”, ovvero opere d’arte vendute attraverso la tecnologia blockchain, sono cominciate sette anni fa, generando una nicchia di mercato molto interessante che consente agli acquirenti di rivendicare la proprietà dell’acquisto digitale, attraverso un “certificato” basato sulla tecnologia blockchain.
Alcuni ricorderanno il fenomeno dei “CryptoKitties”, esploso nel 2017, che ha cavalcato l’onda del successo di uno dei temi più popolari online a livello pressochè globale: gatti e gattini.
Con CryptoKitties era possibile acquistare gattini virtuali su Ethereum (una blockchain concorrente a Bitcoin) per poi farli crescere e accoppiare, per generare nuovi gattini sempre unici e legati a uno smart contract sulla blockchain di Ethereum (che ne certificava la proprietà).
Dai gattini alle opere d’arte
Il gioco dei gattini ebbe così tanto successo da arrivare a costituire il 10% delle transazioni su Ethereum.
Da quel momento al raggiungimento della cifra record di circa 70 milioni di dollari per un’opera d’arte digitale (un video clip di 10 secondi dell’artista americano Beeple) bandita da Christie’s sono trascorsi solo quattro anni.
Ma cosa hanno acquistato, nella realtà tangibile, gli amanti dei gattini e dell’opera di Beeple?
Ciò che si acquista non è l’opera in sé, ma unicamente un Non-Fungible Token su blockchain, che equivale a un’affermazione di proprietà dell’opera digitale, sia questa un gattino virtuale o un’opera d’arte, la cui autenticità e unicità è garantita dalla stessa tecnologia che consente di acquisirla.
Cosa sono gli NFT – Non-Fungible Tokens
I Non-Fungible Token vanno intesi come formule contrattuali “smart”, che certificano i diritti sull’opera o su qualsiasi altra sequenza di bit acquistata per l’acquirente.
Ciò significa che l’opera, una volta acquistata, non scomparirà dalla Rete, come avverrebbe per un oggetto fisico. Ciononostante, il titolare dell’NFT è l’unico a poter vantare i diritti di proprietà certificati dallo smart contract. L’NFT costituisce quindi una prova di autenticità e, al contempo, di proprietà dell’opera.
La sicurezza di questi certificati deriva dal fatto che gli stessi sono ospitati su una blockchain, una catena di blocchi informatici concatenati e decentralizzati, che vengono mantenuti in funzione dallo sforzo collettivo dei numerosi nodi della rete.
NFT e Ethereum
Se la blockchain era nata per consentire spostamenti fungibili di valuta, Ethereum è nata per consentire la negoziazione di smart-contract (che si basano su scambi di valuta fungibile), e gli NFT sono un’ulteriore evoluzione di questa tecnologia.
La caratteristica principale di questi standard è proprio la non fungibilità, ovvero l’impossibilità di scambiare i certificati come se fossero una valuta.
Questo processo garantisce che tutte le operazioni ospitate sulla rete siano registrate e immutabili. Il titolare dell’NFT, pertanto, può dimostrare i suoi diritti senza necessità di rivolgersi a intermediari e senza limiti di tempo (o meglio, finché la blockchain su cui è ospitato il suo certificato sarà attiva).
Lo “spazio” in cui vengono creati gli NFT è Ethereum, una criptovaluta nata proprio per gestire smart contract e che ha sviluppato precisi standard per gestire i Non-Fungible Token.
Quanto vale il mercato degli NFT
Secondo un report di BNP Paribas, il mercato degli NFT ha triplicato il proprio valore nell’ultimo anno, arrivando a 250 milioni di dollari e aprendo prospettive di crescita esponenziale. Con l’aumento dell’interesse per il fenomeno infatti, si è scatenata una vera e propria corsa all’oro, che implica rischi di degenerazione, con sorprendenti tentativi di vendita di oggetti certamente unici, ma non sempre riconoscibili come tradizionalmente “artistici”.
Un esempio su tutti di questa tendenza, lo fornisce la recente iniziativa di Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, che ha messo all’asta il suo primo “tweet” sulla piattaforma. L’asta per il tweet ha raggiunto la cifra di 2.500.000 dollari, evidenziando un altissimo potenziale di questo mercato, estendibile a tutto ciò che può essere collezionabile, inclusi i tweet memorabili, per esempio.
Il paradosso della replicabilità univoca
Il fenomeno degli NFT costringe a una riflessione profonda che riguarda uno dei tratti maggiormente caratterizzanti del mondo informatico, ovvero la assoluta replicabilità dei suoi contenuti, che viene completamente stravolta da queste iniziative. Gli NFT rendono sostanzialmente “unico” ciò che unico non è, la crypto-art consente di monetizzare opere che altrimenti andrebbero disperse, copiate e diffuse.
Il futuro della crypto-art e degli NFT
Indipendentemente dall’entusiasmo recente, tipico delle novità, la crypto-art sembra possedere le carte in regola per consolidarsi come uno strumento per la valorizzazione del lavoro di diverse categorie, come quella degli artisti digitali.
La tecnologia blockchain entrerà sempre più a far parte della nostra quotidianità, pertanto anche la disponibilità e il futuro dei NFT rappresentano uno spazio caldo da monitorare nell’acquisizione e ottimizzazione di tecnologie capaci di migliorare le nostre vite, sia nel mondo reale che in quello virtuale.