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Quali sono i campanelli di allarme che rivelano una vera e propria dipendenza da internet? Quali conseguenze ha un uso improprio degli strumenti digitali?
Relazioni reali vs relazioni virtuali
Il terzo millennio è caratterizzato dalla più clamorosa crisi delle relazioni interpersonali, a cui sembrano controbattere tutte le nuove e tecnologiche modalità di relazione (chat, sms, app di messaggistica, social network).
Sembra che la classica relazione interpersonale faccia a faccia abbia lasciato il posto a una relazione virtuale, mediata dalla tecnologia.
“La nostra è ormai una ‘società incessante’, sempre attiva, sempre più incapace di staccare la spina, sempre intenta a digitare, a twittare, a condividere, senza differenze tra giorno e notte, tra feriale e festivo, tra casa e ufficio”, spiega la dottoressa Maria Rosaria Montemurro, psicologa di Cerba HealthCare Italia. “Il famoso sociologo Zygmunt Bauman l’ha definita una società ‘allo stato liquido’, che va incontro a profondi mutamenti nello stile di vita apportati dalle nuove tecnologie digitali, facendo emergere così forti cambiamenti e nuovi disturbi psicologici nell’uomo moderno.”
Abbiamo l’accesso costante a un flusso infinito di informazioni che causano un sovraccarico mentale, impedendoci di elaborarle e immagazzinarle. Alcuni studi hanno dimostrato come la mente umana si stia riorganizzando per adattarsi a questi cambiamenti, sia nel modo in cui formuliamo i nostri pensieri, sia a livello di struttura cerebrale.
Ad esempio, si è dimostrato come in assidui giocatori di videogame il rilascio di dopamina sia più sollecitato, proprio come avviene nei giocatori d’azzardo patologici e nei dipendenti da sostanze stupefacenti.
Negli ultimi 10 anni la soglia di attenzione dell’individuo medio è calata dai 12 agli 8 secondi, un secondo in meno rispetto ai pesci rossi. Questo è una conseguenza dell’eccessivo delegare molte attività agli strumenti digitali. Vivere online ci preclude la possibilità di fare nuove esperienze nella vita reale, che stimolano e mantengono attivo il nostro cervello.
Prendiamo decisioni alla velocità di un bit, sicuri del fatto che si possa sempre tornare indietro, che niente è definitivo. Questo comportamento si trasferisce nel lavoro, nelle relazioni, nella scelta dei partner di vita, nella scelta degli studi, nella scelta dei gruppi di amici di cui far parte e con cui condividere idee e opinioni. Avvertiamo così un continuo senso di precarietà, che genera ansia e angoscia verso un futuro sempre più incerto, senza punti di riferimento stabili.
Che caratteristiche ha la dipendenza da internet?
Siamo ormai di fronte a vere e proprie patologie che vanno sotto il nome di I.A.D. (Internet Addiction Disorder), ovvero la possibilità che l’uso compulsivo e improprio della rete possa generare fenomeni di dipendenza e disagio nei suoi utilizzatori.
Secondo lo psichiatra americano Ivan Goldberg, il primo a teorizzarne il disturbo nel 1995, i sintomi dello I.A.D. includono:
- Cambiamenti drastici dello stile di vita, per trascorrere più tempo in rete;
- Diminuzione complessiva dell’attività fisica e disinteresse per la propria salute a causa dell’attività svolta in internet;
- Evitare attività importanti nella vita reale per trascorrere più tempo in rete;
- Privazione di sonno o cambiamento delle abitudini del sonno per passare più tempo in rete;
- Trascuratezza di famiglia e amici e diminuzione della socializzazione, come risultato della perdita di amici;
- Trascuratezza di lavoro e di doveri personali;
- Rifiuto di trascorrere una quantità di tempo prolungata lontano dalla rete e forte desiderio di trascorrere più tempo al computer.
Lo I.A.D. comprende forme più specifiche come il cyberbullismo, la cybersexual addiction, sexting e sextortion, compulsive online gambling (gioco d’azzardo online compulsivo), nomofobia (paura di rimanere senza connessione mobile), FOMO (“fear of missing out”, di essere tagliati fuori dalle reti social), vamping (stare tutta la notte in chat).
Si può curare la dipendenza da internet?
Per prevenire e curare questi disturbi legati alla dipendenza da Internet e videogame, Cerba HealthCare Italia ha attivato presso i propri poliambulatori un nuovo servizio, denominato Digital Life Coaching: un team di medici e psicologi rivolto ad adulti e bambini, con focus particolare sui giovani della Generazione Z e sulle loro famiglie.
“Per la prima volta una struttura sanitaria ha richiamato l’attenzione su un tema che tocca tutti noi. I nostri centri medici sono ora attrezzati per affrontare i problemi legati all’uso non corretto di internet, smartphone e social network”, spiega il CEO di Cerba HealthCare Italia Stefano Massaro. “Con questa iniziativa portiamo sul territorio un servizio accessibile: chi frequenta i nostri centri medici potrà così avvicinarsi al concetto di Digital Life Coaching ed essere sensibilizzato sul tema. Chi sente di avere un problema collegato con l’abuso della rete, o vuole chiedere consiglio per un proprio familiare, potrà parlare con personale qualificato e fare un primo screening di valutazione generale assieme agli psicologi, sulla base del quale costruire percorsi personalizzati.”
DIGITAL LIFE COACHING di Cerba HealthCare Italia
Prestazioni dedicate a chiunque percepisca disagio o avverta disturbo comportamentale in sé o in un proprio familiare, in riferimento all’uso della tecnologia.
Sono possibili percorsi individuali, per superare i disagi di cui da soli fatichiamo a renderci conto.
Saranno inoltre approntati programmi specifici di sensibilizzazione collettiva, in collaborazione con scuole e aziende.
Per informazioni:
Tel- 02 999100