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Recentemente, l’influencer marketing è stato al centro di discussioni particolarmente animate, con gli ultimi mesi che hanno visto emergere speculazioni riguardo una possibile fine di questa tendenza.
Tra pandoro-gate di Chiara Ferragni e indagini sulle evasioni di molti nomi noti, anche gli influencer devono chiedersi se non sia il caso di ripensare al proprio modello di business.
Ma prima di redigere il necrologio di questo strumento, esaminiamolo più da vicino.
Il marketing degli influencer è davvero morto, o si sta semplicemente evolvendo?
Ricordiamo, anno 2021, Seth Godin ‘La Pratica’: “Il futuro degli influencer appartiene già al passato. Perché nella maggior parte dei casi coloro che vengono definiti influencer non lo sono affatto. Piuttosto sono hacker egoriferiti legati alle pubbliche relazioni, e per giunta spesso scarsamente remunerati. D’altronde raccontarsi sui social media è una corsa che non porta alcun vantaggio, perché nel lungo periodo non genera né attenzione e né fiducia. Nella stragrande maggioranza dei casi i social sono una trappola…“.
Deinfluencing
Nato come reazione alla saturazione del mercato influencer ha portato i consumatori, soprattutto appartenenti alla Gen-Z, alla ricerca di raccomandazioni genuine e oneste, stanchi delle incessanti promozioni che appaiono sui loro feed social.
Il deinfluencing però non indica la fine dell’influencer marketing ma solamente un’evoluzione di questo.
Il deinfluencing mette in luce l’overconsumismo, orientando il focus verso quegli influencer che si distinguono per genuinità e onestà.
I brand si orientano quindi verso i microinfluencer per garantire autenticità e connessioni genuine con il pubblico, riconoscendo l’importanza di partnership significative e trasparenti.
Creator marketing
Il passaggio dal marketing influencer al marketing dei creatori segna un importante cambio di paradigma, con un’accentuata valorizzazione dei talenti creativi personali anziché limitarsi alla semplice capacità di influenzare. Questo approccio, che si distacca dalla saturazione e dalla crescente sfiducia nell’influencer marketing, promuove un coinvolgimento più autentico.
Consentendo ai creatori di integrare annunci in maniera naturale nei loro contenuti, si favoriscono relazioni più profonde e significative con il pubblico: questo enfatizza l’importanza di una conoscenza approfondita dei consumatori per il successo delle strategie di marketing.
Ascesa e caduta degli influencer
Gli albori dell’influencer marketing erano illuminati dal bagliore della viralità. Un singolo post di una celebrità poteva far decollare i brand, con plotoni di follower devoti pronti a emulare ogni acquisto del loro idolo. Con il passare del tempo però è cresciuto lo scetticismo dei consumatori a causa di partnership forzate, contenuti dubbi ed endorsment discutibili che hanno macchiato l’immagine di alcuni influencer, lasciando brand e consumatori disillusi.
In molti casi i brand sono stati danneggiati a causa di associazioni troppo strette con influencer decaduti o di pratiche di pubblicità occulta, le cosiddette marchette.
Il cambiamento richiesto
Dichiarare morto il marketing degli influencer sarebbe una semplificazione eccessiva che, invece, sta subendo una significativa metamorfosi. I consumatori desiderano trasparenza, autenticità e valore dagli influencer / dei creator che seguono.
Sono finiti i giorni delle marchette e dei post con #sponsorizzato. Vengono richieste connessioni genuine, esperienze con cui ci si possa relazionare e brand che si allineino ai valori richiesti, in primis onestà, sincerità e genuinità.
Il nuovo panorama degli influencer
Allora, come appare questa evoluzione?
Ecco alcune tendenze chiave che stanno plasmando il futuro del marketing degli influencer.
- Micro-influencer in ascesa: dimenticate le partnership con celebrità e mega-influencer. I brand si stanno orientando verso micro-influencer (quelli con un seguito più piccolo ma più fedele) che possiedono competenze di nicchia e connessioni genuine con il proprio pubblico.
- Contenuti autentici: i consumatori bramano autenticità e valore. I tempi delle marchette sono finiti. Il contenuto degli influencer sta passando da endorsement a recensioni informative, dimostrazioni creative e sbirciate dietro le quinte.
- Partnership guidate dai valori: i brand si stanno allineando con influencer che condividono i loro valori e missioni. Questo crea una connessione autentica con consumatori sempre più consapevoli delle implicazioni etiche dei propri acquisti.
- Decisioni guidate dai dati, Il marketing degli influencer non è più un gioco di chi-ce-l’ha-più-grossa (la fanbase): i brand stanno sfruttando dati e analisi per misurare l’efficacia delle campagne, tracciare l’engagement e identificare le partnership giuste.
Quindi, il marketing degli influencer è morto?
L’influencer marketing sta abbandonando la sua vecchia pelle brandizzata per emergere come uno strumento più sfumato, autentico e prezioso, sta semplicemente entrando in un nuovo capitolo. Abbracciando autenticità, trasparenza e un focus sul valore, i brand possono ancora sfruttare il valore delle relazioni con gli influencer etici per raggiungere i loro target di pubblico e costruire connessioni significative.
Gli influencer, come finora intesi, dovranno cambiare il loro modo di porsi.