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Negli articoli precedenti, parlando di coaching, abbiamo sottolineato come la percezione di un bisogno sia l’elemento motivante che porta le persone ad agire. Maggiore è la percezione dei bisogni, maggiore sarà la motivazione che ci spinge a soddisfarli.
Nel 1954 lo psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una gerarchia di bisogni.
La “Piramide dei bisogni” ancora oggi costituisce un modello di riferimento che possiamo ritrovare in tutti i più autorevoli libri che parlano di coaching, di psicologia, o di benessere in generale, oltre che nei moderni manuali di management.
Non è mia intenzione, in questa sede, riprendere nuovamente i concetti che stanno alla base di questo modello, (per chi fosse interessato è abbastanza facile reperire informazione “googolando” tra i numerosi articoli e siti che trattano dell’argomento).
Quello che, invece, mi preme sottolineare, è il legame che esiste tra l’individuazione di un bisogno (che potremmo definire come la situazione di “futuro desiderato”) e la sua soddisfazione attraverso il “fare”, ovvero la traduzione del bisogno in obiettivi e in piani di azione ben confezionati.
Dai bisogni e desideri agli obbiettivi e all’azione
Immagina per un attimo questa situazione. È una giornata calda d’estate, stai camminando tra le vie della tua città deserta, o su un tratto di lungo mare (scegli tu l’ambientazione, io preferisco il mare!), ad un certo punto una persona appare da lontano camminando verso di te. Quando sei abbastanza vicino la riconosci. Questa persona sei tu, è il tuo sé futuro! Osservala attentamente. Cosa noti di lei? Come si comporta? Che emozioni ti suggerisce? Che sensazioni ti trasmette? Quali domande vorresti farle?
Se mi hai seguito in questo piccolo esercizio di visualizzazione, sono abbastanza certo che qualche cosa in te si è mosso. Che tu sia un Leader di un’azienda (a prescindere dalla dimensione), uno sportivo, una madre o un padre di famiglia, provare ad immaginare il tuo “sé futuro” è il primo passo verso la realizzazione del tuo sogno.
Impara a prenderti cura di te, ad ascoltarti e a praticare un po’ di sano egoismo: è fondamentare per capire i tuoi bisogni e immaginare il tuo futuro.
Visualizzare un sogno e costruire un piano d’azione fatto di obbiettivi ben confezionati non è, tuttavia, la stessa cosa. I sogni, per loro natura, hanno spesso contorni poco definiti, sfumature accennate, colori pastello tenui. Il nostro primo obbiettivo, sarà quello di dipingere il “quadro del futuro” con più particolari possibili, immaginandoci nella scena, come se per qualche istante noi fossimo già nel nostro futuro!
Il nostro futuro desiderato dovrà, poi, essere tradotto in obbiettivi. La costruzione di obbiettivi specifici, misurabili, attuabili, realistici, che siano in linea con il nostro modo di essere e che siano sufficientemente sfidanti, è una delle componenti su cui si basa una buona relazione di coaching.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo… il cervello
“Chiuso nel silenzio e nell’oscurità della scatola cranica, il nostro cervello è lo strumento che abbiamo a disposizione per percepire e orientarci nel mondo e per costruire la realtà nei suoi colori, sapori, dimensioni. E il computer che elabora le nostre decisioni; il laboratorio che forgia la nostra immaginazione; il centro che ci mette in contatto con gli altri in una rete di relazioni sociali.”
Queste righe si trovano sulla copertina del libro “Il tuo Cervello. La tua Storia”. L’autore, David Eagleman, è un neuroscienziato che lavora presso il Baylor College of Medicine di Houston.
Le scienze che si occupano di studiare il nostro cervello, hanno dimostrato come, ripetendo un’azione, un comportamento, un’abitudine, si hanno delle vere e proprie trasformazioni a livello “fisico” all’interno del nostro cervello.
Le connessioni tra i neuroni sono chiamate sinapsi. Attraverso queste connessioni, gli elementi chimici chiamati neurotrasmettitori portano le informazioni tra i neuroni. Le connessioni sinaptiche non hanno tutte la stessa forza. Con il variare della loro potenza, le sinapsi veicolano in modo diverso le informazioni attraverso la rete neurale. Se una connessione diventa più forte, riesce a fare germogliare nuove connessioni. Alcuni di questi cambiamenti sono pilotati da un sistema di ricompense che, se le cose sona andate bene, diffonde globalmente un neurotrasmettitore chiamato dopamina.
Questo mi suggerisce, ancora una volta, quanto sia importante, una volta definiti gli obbiettivi, iniziare a Focalizzarsi su di essi, essere consapevoli della propria Autonomia di scelta, considerarci pienamente Responsabili di quanto abbiamo scelto e di conseguenza iniziare ad Eseguire le nostre azioni. In una parola, iniziamo a FARE!
È nel fare, che il nostro cervello apprende, è nel fare e nel raggiungere i nostri obbiettivi (ben confezionati) che aumenta il nostro senso di autoefficacia e con esso la nostra autostima. Una maggiore convinzione circa la nostra autoefficacia ci spingerà a perseguire uno per uno i nostri obbiettivi facendoci incontrare molto presto il nostro “sé futuro”, lungo quel tratto di mare che è il cammino della nostra vita.