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Creare falsi profili social per indurre in errore altre persone è il presupposto del reato di sostituzione di persona.
Se si crea un falso profilo social utilizzando foto di altre persone realmente esistenti, con lo scopo di trarre un vantaggio da chi viene tratto in inganno, si può incorrere una condanna fino a un anno di reclusione per il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.).
Ormai è qualcosa che capita spesso sui social network, perché sarebbe impossibile controllare la vera identità di milioni di persone che si scrivono ogni giorno alle varie piattaforme. Per questo bisogna fare attenzione a chi ci contatta e, soprattutto, con quale scopo: spesso queste persone hanno multiple identità false con fini illeciti, come estorcere denaro o informazioni personali e dati sensibili.
Il presupposto fondamentale è, infatti, l’induzione in errore della “vittima” al fine di ricavarne un vantaggio, non solo di tipo economico.