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A poco più di due settimane dall’entrata in vigore del GDPR, il nuovo regolamento Europeo in tema di privacy e trattamento dei dati personali, la corte Europea manda un messaggio forte e chiaro a chiunque avesse preso sotto gamba il nuovo regime in materia. Questa volta nel mirino ci sono gli amministratori delle pagine Facebook.
Amministratori delle pagine, tremate: la UE ha parlato!
Pochi giorni fa, infatti, la Corte dell’Unione Europea ha emesso una sentenza con cui riconosce la responsabilità degli amministratori delle pagine Facebook, congiunta al social network utilizzato, per il trattamento dei dati e delle informazioni personali dei visitatori della pagina.
Gli amministratori delle pagine Facebook: il caso concreto
La sentenza dei giudici di Lussemburgo è relativa al caso della “Wirtschaftsakademie”, una società tedesca che offre servizi di formazione attraverso la sua fanpage su Facebook.
I dati vengono raccolti tramite il sistema di “Facebook Insights” – strumento utilizzato dalle fanpage proprio per raccogliere ed utilizzare dati personali – attraverso l’utilizzo dei cookies.
Ad ogni utente viene attribuito un codice unico ed ad ogni accesso alla fanpage vengono raccolte tutte le informazioni dell’utente riguardo a preferenze e comportamenti legati al suo profilo Facebook.
L’unico insignificante problema è che tutto questo accade senza alcun consenso dell’utente per la raccolta dei dati, né alcuna autorizzazione.
Una lotta iniziata nel lontano 2011
Già 7 anni fa, nel 2011, l’autorità di vigilanza della privacy tedesca aveva chiesto la disattivazione della pagina poiché né la società né Facebook aveva informato i visitatori della raccolta di informazioni personali tramite i cookie.
Ai tempi la società tedesca aveva respinto l’accusa scaricando l’intera responsabilità sul social network.
A sua volta Facebook si era difeso sostenendo che l’autorità tedesca non avesse alcun tipo di potere a riguardo, poiché la sua sede europea si trovava in un altro stato europeo (Irlanda) e pertanto solo il regolatore irlandese aveva giurisdizione sulle sue attività.
Due punti fondamentali della sentenza UE contro gli amministratori delle pagine Facebook
La sentenza europea del 2018, quindi, stabilisce due principi importanti:
- la corresponsabilità – tra i curatori delle pagine e il social network – per la tutela della privacy: “il fatto che l’amministratore di una fanpage usi la piattaforma fornita da Facebook per beneficiare dei relativi servizi non lo esonera dai suoi doveri che riguardano la protezione dei dati personali ”.
- l’applicazione del principio dello sportello unico – introdotto dal GDPR –, in base al quale le società (nel caso specifico Facebook) sono soggette all’autorità ed alla competenza dello Stato membro ove risieda il loro principale stabilimento europeo.